“In…Divenire” Franco Fabbretti “Viaggio in Cappadocia”

“In..Divenire”

mostra fotografica degli autori del Gruppo Fotografico Massa Marittima BFI

Una mostra In ..Divenire dove gli autori si alternano.

Espone dal  2 al  13 Marzo 2020

 

Franco Fabbretti

“Viaggio in Cappadocia”

Presso Bar Torrefazione da Gloria
via Norma Parenti, 35 Massa Marittima

ingresso libero

 

Viaggio in Cappadocia

Il sipario si alza alle prime luci dell’alba sullo sfondo della Cappadocia, regalando
suggestioni inaspettate e improvvise. Non si è mai del tutto pronti alle emozioni che
trasmette la “terra dei bei cavalli” (il suo nome in antica lingua persiana) quando il cielo
assume i toni dell’arancio, del rosso e poi, piano piano del celeste e
cinquecento mongolfiere colorate in silhouette, sembrano coriandoli sparsi nelle infinite vie
dell’orizzonte. In questa regione della Turchia, fra l’Asia Minore e la Mesopotamia, lungo la
via della Seta, la storia ha scritto pagine importanti raccontando di sanguinose invasioni e
del prestigio di una mitica rotta commerciale. L’influenza delle più antiche civiltà ne ha
forgiato il carattere e le tradizioni, iniziando dagli Assiri e passando dagli Ittiti, dall’Impero
Persiano, Ellenistico e Bizantino e oggi rivive nell’architettura, nell’enogastronomia e nel
sorriso dei locali. Non esiste un luogo identico in tutto il globo, in un trionfo di meraviglie
naturali che superano la fantasia e conquistano il cuore di chiunque abbia la fortuna di
posarvi piedi e sguardo.
Un’antica e affascinante area vulcanica
 La mano dell’uomo, in tale tratto di mondo, ha aggiunto bellezza alla perfezione creativa
di una natura che qui si è impegnata parecchio a forgiare bizzarre forme, aiutata da vento,
pioggia, ghiaccio e millenni. I suoi paesaggi regalano un vero giro del mondo in poche ore,
mostrando canyon profondi, grotte, cavità e piramidi di terra a punta con una sorta di
cappello detti “camini delle fate”. Milioni di anni fa le montagne circostanti di Erciyes,
Hasandag e Gulludag erano vulcani attivi, riprodotti nei dipinti preistorici ritrovati tra le
valli e da qui è iniziata la magia. E poi c’è il Parco Nazionale di Goreme con le sue rocce
multicolore, frutto di alte concentrazioni di ossidi di ferro (e non solo) e i siti rupestri. Tutte
meraviglie che, dal 1985, l’Unesco ha inserito tra i suoi patrimoni.
 Camini delle fate e formazioni rocciose
 Le eruzioni vulcaniche della zona, hanno iniziato a scolpire i loro laboriosi capolavori già
30mila anni fa e, in alcuni punti, la coltre ha raggiunto uno spessore di 150 metri. Le ceneri
solidificate hanno dato origine ad un materiale friabile detto tufo, in vari punti ricoperto di
dura roccia vulcanica. Con il tempo il primo si è eroso creando formazioni rocciose varie
come disegni su un quaderno di un bambino. Tra di esse ci sono i famosi coni sormontati da
grandi massi, noti con il nome di “camini delle fate”. Si chiamano così perché i primi
abitanti della Cappadocia pensavano fossero proprio i camini di creature fantastiche che
abitavano nelle profondità della Terra. Alcuni di essi sono alti fino a 45 metri.

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